Avevamo già iniziato a parlare della falsità del progetto. Adesso lo scacco è diventato matto. Salterete dalla sedia e la rabbia aumenterà quando entreremo nel merito del progetto Helis. Vederete che fine fanno i soldi di tutti che la Regione finanzia per queste sole avveniristiche. È il 28 febbraio 2014, giorno in cui il direttore generale del Policlinico, Vitangelo Dattoli, consegna il progetto di telecardiologia (falso) a Vincenzo Pomo, ex direttore dell’Area Salute della Regione Puglia, non senza responsabilità. Entriamo subito nel cuore della questione mostrandovi i documenti.
– Allegati 1, 2 e 3 – L’istruttoria del progetto viene affidata nelle mani di Mariangela Lomastro moglie di Giovanni Gorgoni, sostituto di Vincenzo Pomo alla direzione dell’Area Salute regionale e di Giovanna Labate. Entrambe, senza alcuna documentazione probatoria a conforto delle tesi del gruppo di lavoro che partorito l’aborto, sia tecnico/scientifica che economica, approvano una lista della spesa in modo superficiale. Tutti sanno perfettamente che quel progetto è falso, che la famosa piattaforma HELIS ancora non esiste, che il Policlinico non potrà mai far partire il servizio dal 1 luglio 2014 (partirà in maniera forzata mettendo a rischio la salute dei cittadini pugliesi ben 18 mesi dopo, il 1 ottobre 2015). Che senso aveva affidare il 2 aprile 2014 il servizio al Policlinico?
L’obiettivo del gruppo di lavoro, però, è un altro: fare fuori Cardio on line, il privato che gestiva la telecardiologia fino a quel momento. Tutto secondo un disegno prestabilito, ma non è escluso che una parte della politica e un’altra parte della magistratura possano miracolosamente rimescolare le carte. Fatto sta che il progetto viene approvato dalla Giunta regionale, mettendo nei guai (ora ne siamo certi) gli assessori che hanno firmato e che ora tacciono in religioso silenzio, proprio come l’ex presidente Nichi Vendola che, pur se preso in giro dai suoi fedelissimi, diventa il principale responsabile per la ratifica dell’atto. Finalmente, dopo un anno dalla presentazione del progetto copiato e incollato dalla Cardio on line Pomo, Amoruso e Dattoli hanno provveduto allo scippo del progetto all’azienda leader europea nel campo della telecardiologia nell’emergenza, osannata da tutti per ben 10 anni.
Helis non esiste. Il 30 settembre 2015 sarebbe ancora un prototipo non certificato dal ministero della Salute. Per assurdo, pur se già utilizzato, non è ancora stato approvato dai Living lab della Regione Puglia. Scoperto l’inghippo, riteniamo improbabile possano chiudere positivamente l’istruttoria. Un progetto che ha cambiato indirizzo e non è stato mai sperimentato nel servizio reale dell’emergenza-urgenza. La questione più grave è che la Giunta regionale ha deliberato l’assegnazione del servizio al Policlinico sul nulla ed ora nessuno vuole ammettere il papocchio correndo ai ripari.
Ecco chi sono i protagonisti dello scandalo della telecardiologia. Livello 1: Vitangelo Dattoli, Vincenzo Pomo, Daniele Amoruso, Elena Gentile (che senza alcun ritegno battezzeranno il primo poliambulatorio di Amoruso, “PUGLIA SALUTE”, in via Vaccaro 45 a Bari, di proprietà della società Risp Benessere Srl, società della quale è socio con il Consorzio Meridia ed altri; Livello 2: Elena Gentile, Mariangela Lomastro, Giovanna Labate, Donato Pentassuglia; Livello 3: Tommaso Fiore, Ottavio Di Cillo, Stefano Favale, Nunzio Porfido; Livello 4: Francesca Di Serio, Paolo Colonna, Vito Bavaro, Nicola Serrone; Livello 5: Angela Barbanente, Giovanni Giannini, Silvia Godelli, Guglielmo Minervini, Fabrizio Nardoni, Alba Sasso, Nicola Vendola;
Livello 6: Giovanni Molinari, Vincenzo Izzo, Alessandro Delle Donne, Adriana Agrimi, Giovanni Gorgoni.
Dunque, su proposta fuori sacco dell’assessore Elena Gentile, con DGR n. 585 del 2/04/2014 e sulla base dell’istruttoria positiva della Lomastro e della Labbate, la Giunta affida direttamente il servizio di telecardiologia nell’emergenza-urgenza regionale al Policlinico di Bari e contestualmente, senza neanche averlo visionato approva “il progetto e il piano operativo di cui all’Allegato A” . Il progetto è parte integrante e sostanziale della delibera di Giunta, anche se carente degli allegati citati, compreso il famoso allegato riguardante il DSS HELIS sottoposto a procedura di brevetto. Brevetto che non è mai esistito.
L’affidamento al Policlinico viene concesso su semplici considerazioni fatte dal gruppo di lavoro che ha proceduto senza alcuna documentazione a corredo. Nel documento si legge: “Rispetto al sistema attualmente in uso tale progettualità prevede una soluzione tecnologicamente più evoluta che risulta più affidabile sul piano diagnostico e meno onerosa sul piano organizzativo ed economico”. Questi signori, senza porsi il benché minimo problema, distruggono un’eccellenza pugliese su semplici affermazioni. È ormai chiaro, e lo confermeranno i documenti che seguono, che Il Progetto “delineato” dal gruppo di lavoro è gravato da illiceità e gravi illegittimità amministrative, perché gli stessi soggetti, sin dall’epoca della presentazione datata 28 febbraio 2014, hanno dichiarato falsamente l’esecutività così da consentire di fissare la data di avvio al 1 luglio 2014 (allegato 3).
L’approvazione del progetto da parte della Giunta regionale e la relativa deliberazione sono avvenute in mancanza di qualsiasi atto prodromico a corredo che ne attestasse la validità “scientifica” e “contabile” e senza che fosse provata l’esperienza del Policlinico di Bari nel campo della telecardiologia in emergenza-urgenza; soprattutto, senza che esistesse una struttura (Centrale) funzionante. A ben 19 mesi dall’approvazione della delibera la struttura ancora non esisteva in termini di funzionamento e organizzazione. Basti pensare che alla data del 14 settembre 2015, la direzione del Policlinico era, e lo è tuttora, alla ricerca ormai in tutta Italia di cardiologi per poter effettuare il servizi. In poche parole, La Giunta regionale, sviata dalla falsa istruttoria predisposta dall’assessorato alla Salute e con il metodo del fuori sacco, ha deliberato l’adozione di un progetto sulla base di una documentazione illegittima, facendo credere ci fosse un maggior risparmio rispetto ai costi attuali del servizio. Falso.
Il calcolo dei costi fissi e variabili è pure spudoratamente falso in molte sue componenti, a giudicare da quanto meglio specificato nel progetto, soprattutto relativamente ai costi del personale. Non è possibile che bastino “solo” 6 cardiologi (allegato 4), quindi uno solo per turno, per gestire un servizio da 130.000 elettrocardiogrammi all’anno, attivo 24 ore su 24, per 365 giorni. Oppure sono false le dichiarazioni inserite nel progetto quando si cita la presenza di 2 cardiologi per turno (allegato 5) o le dichiarazioni di Vitangelo Dattoli alla Gazzetta del Mezzogiorno del 5 settembre (allegato 6), quando spudoratamente dichiara che “dal 1 ottobre, a regime, ci saranno 4 cardiologi per turno con assistenza tecnica h 24”. Ma come li pagherà se nel conto economico del progetto ha messo come spese di personale “solo 540mila euro”? Vorremmo chiedere a Dattoli di farci conoscere i costi del personale che sta lavorando, ma siamo certi che an che la Corte dei Conti vorrà vederci chiaro. Se anche per assurdo tutto costasse 100mila euro l’anno, questo presunto risparmio potrebbe giustificare un servizio che fa acqua da tutte le parti, mettendo a repentaglio la vita dei cittadini?
Per la verità la lista della spesa approvata dalla Lomastro (allegato 7) non la scriverebbe in questo modo neanche un’analfabeta e non servirebbe certo una laurea alla Bocconi per valutare l’incongruenza di quanto riportato. Inoltre, mentre nel progetto si menziona altro personale, questo misteriosamente scompare dal computo economico. Sempre per giustificare il risparmio di spesa.
E che dire della “avveniristica” piattaforma di telemedicina, denominata HELIS, decantata dai media grazie all’abile regia dell’ufficio stampa del Policlinico gestito da Daniele Amoruso. A dire del Policlinico/Amoruso il progetto HELIS (Health Emergency on line support) punta allo sviluppo di un sistema informatico di telecardiologia in grado di gestire l’attività delle emergenze del Servizio 118 regionale. Scopriremo poi che HELIS non è mai stato testato nell’emergenza-urgenza. Vero dottoressa Agrimi? Scopriremo ancora che HELIS elabora una piattaforma innovativa di driven telemedicine (telemedicina guidata) da un software interattivo, disegnato per assistere gli operatori del 118 (che sino alla partenza dell’attività non lo hanno mai provato) e gli specialisti della Control Room nelle attività di telediagnosi e teleconsulto (nel servizio del Policlinico il teleconsulto non esiste, si tratta di semplice refertazione elettrocardiografica, come potrà spiegare meglio il dottor Dattoli ndr.).
“Si assicura così un supporto decisionale e continuo, basato sui percorsi diagnostici – terapeutici assistenziali condivisi e sugli outcomes della letteratura scientifica, in modo da accrescere l’appropriatezza e la rapidità delle scelte in emergenza/urgenza”. Se per mettere solo gli elettrodi e attivare la registrazione ci vogliono almeno venti minuti; se per trasmetterlo ci vuole un tempo indefinito, considerato che “basta fare con l’ambulanza qualche chilometro per trovare la connettività”; se per refertare un elettrocardiogramma, quando arriva, ci possono volere anche più di venti minuti, viene meno la tempestività, come denunciato dagli infermieri dell’Ipasvi. I pugliesi devono sapere che gli elettrocardiogrammi vanno in coda. Propriò così. Bisogna sperare di avere un infarto in un momento di tranquillità. Il che significa che il primo sarà refertato in un minuto e mezzo, ma se ce ne sono 10 il decimo verrà refertato dopo 15-20 minuti. Di che rapidità parliamo? E in tutto quel tempo, operatori 118 e familiari dei pazienti col sospetto di un infarto giocano a briscola?
Verifichiamo ora tutti i punti che ci portano a dichiarare che il progetto presentato e deliberato è falso. È accertato ormai che l’istruttoria fatta dalle dirigenti Lomastro e Labate non ha documenti a supporto, perché mai presentati, con l’approvazione anche di Pomo e Gentile. Il piano operativo viene poi approvato anche se dal Progetto manca l’allegato relativo al famoso DSS HELIS, che Dattoli giustifica come “refuso” e dichiara il falso dicendo che il DSS HELIS è in “procedura di brevetto” segreto (allegato 8). Sappiamo ormai che non è così, a meno che Dattoli non vada a dire in televisione che il sistema è brevettato.
Come il falso si dichiara nell’allegato 9, quando si parla del DSS che ancora non esiste e del collegamento con Edotto. Ingegner Vito Bavaro, ci dica, è vero che il nuovo sistema di telecardiologia non si collega con Edotto? Bavaro il 22 ottobre, alle 12, è stato nella sua stanza prima con Vitangelo Dattoli e poi con l’ingegner Nicola Serrone. Una riunione di tre ore. Ma per discutere di che? Nell’allegato 10 si dice che l’esperienza del Policlinico è stata applicata anche nella telecardiologia d’emergenza per fornire un contributo inedito enunciato nel progetto Living lab. Anche questo è falso, perché la sperimentazione non è mai stata fatta nel servizio reale. Sono proprio le carte presentate dalla Consis il 30 settembre 2015 a decretarlo.
Nell’allegato 11, invece, si dice che ai medici dell’emergenza coinvolti nella sperimentazione (falso), è in dotazione un dispositivo portatile, il tablet, con l’applicazione del DSS e collegato alla Control Room (falso). I medici dell’emergenza, infatti, fino alla fine di settembre 2015 non hanno mai avuto nulla di tutto ciò in dotazione e la Control room è stata allestita a fine luglio 2015 (si badi bene alla data, fine luglio 2015). La consacrazione del falso è riportata nell’allegato 12. Al punto 1 si cita il famoso allegato che, quando ci si è accorti che non esisteva, Dattoli lo ha giustificato come “refuso”.
Al punto 2 è scritto che il progetto Living Lab riguarda lo “sviluppo” (quindi non esiste ancora) di un sistema software di Decision support system (DSS) e la sua sperimentazione nell’emergenza-urgenza territoriale. Niente di più falso, perché il sistema non è mai stato testato sulle ambulanze. Non è stato possibile farlo come si può leggere dal Sal tecnico finale del progetto (stato di avanzamento lavori), presentato dalla Insoft 2000 (socia di Amoruso) a pag.6 e pag 10 (allegati 13 e 14). I signori della Consis hanno poi avuto la spudoratezza di affermare che il progetto è risultato “parzialmente” rispondente, quando invece le carte dimostrano che “non è assolutamente rispondente”.
Ma se nelle date in cui hanno comunicato di aver fatto la sperimentazione (non in ambulanza e non in emergenza 118), ma in reparto ospedaliero, non esistevano né tablet né elettrocardiografi né Control Room, come diavolo hanno fatto a fare la sperimentazione? È falsa quindi la dichiarazione di Dattoli del 10 dicembre 2014 alla Regione, quando sacisce di aver sperimentato in ambulanza, visto che non esistevano né apparecchi, né tablet né centrale di telecardiologia (allegato 15). Accertato che tutto quello descritto nel progetto e approvato dalla Giunta regionale non esiste e non potrà mai prendere corpo il 1 luglio 2014, vediamo quali sono le altre circostanze che inchiodano tutti alle proprie responsabilità. Iniziamo dalla gara per l’acquisto degli elettrocardiografi, sotto i riflettori anche questa perché è stata aggiudicata alla Aliser senza che avesse i requisiti per partecipare.
Come si può leggere nell’allegato 16, il 19 giugno 2014 Dattoli trasmette al Nucleo di Verifica contratti e appalti gestito dall’Ares, il bando di gara per l’acquisizione di elettrocardiografi e contestualmente chiede un parere. Purtroppo, suo malgrado. deve sottostare a questa regola anche se saprà uscirne egregiamente, evitando ogni controllo. Dattoli è “obbligato” a tale attività per aver superato la soglia di spesa comunitaria prevista per gli affidamenti diretti. Immaginate che tutto ciò avviene a soli dieci giorni dall’avvio dell’attività, come precedentemente stabilito il primo luglio 2014.
LA BOCCIATURA DELL’ARES SECRETATA – Il successivo colpo di scena è clamoroso, ma non scalfisce Dattoli più di tanto. Il direttore generale continua imperterrito per la sua strada. L’Ares, in pratica, boccerà in data 14 luglio tutto il progetto, compresa la gara del Policlinico per l’acquisto degli elettrocardiografi (allegato 17). La relazione viene redatta da Emilio Chiarolla, persona irreprensibile e noto ingegnere clinico facente parte del Nucleo di Verifica. Chiarolla esprime forti criticità su quanto presentato dal Policlinico e ne dà parere negativo. Riportiamo qualche passaggio esaustivo per far comprendere come il Nucleo di Verifica avesse aperto gli occhi a Pomo e al nuovo assessore regionale alla Sanità Donato Pentassuglia sulle “anomalie” della gara e di tutto il progetto. La relazione, però, è stata secretata e Dattoli ha potuto continuare ad agire indisturbato. Il direttore generale del Policlinico non solo non risponderà alle richieste avanzate da Chiarolla, ma lascerà tutto inalterato, anche perché questo DSS HELIS non esisteva e quindi non poteva essere modificato.
Punto 1 del modulo di verifica – “La richiesta presuppone un progetto strutturato di cui la richesta in oggetto risulterebbe parte della fornitura. Il rischio di procedere con tale modalità risiede nella compatibilità dei dispositivi di potersi interfacciare con tutti i sistemi centralizzati che presumibilmente saranno acquistati, anche questi, mediante procedure di evidenza pubblica; altro rischio è che una volta acquisiti gli elettrocardiografi si acquisteranno in privativa i sistemi centralizzati. La corretta procedura di acquisizione dovrebbe richiedere il sistema completo a garanzia delle compatibilità, qualità ed economicità del sistema completo”.
Punto 15 del modulo di verifica (pag. 2) – Fate attenzione a quello che dice l’Ingegner Chiarolla riguardo al DSS (che non è altro che HELIS): “Spiegare cosa si intende per sistema di supporto decisionale clinico DSS. Anche in questo caso mancano le specifiche di tale sistema o software quali: numero di repertorio dei dispositivi medici, elenco dei sistemi compatibili, ecc.”
La relazione di Chaiarolla era ben nota tanto a Vincenzo Pomo quanto al neo assessore Pentassuglia, ma nessuno si è preso la briga di intervenire. La situazione si fa sempre più complicata, ma fortunatamente a sbrogliare la matassa ci pensano le carte. Ecco come la stragrande maggioranza dei protagonisti di questa brutta storia sono stati messi al corrente dei fatti e dei falsi di Dattoli dal direttore generale di Cardio on line il 31 luglio 2014 (allegato 18). La lettera è lunga, ma vi invitiamo a leggerla attentamente. Lancia una serie di gravi accuse che, non fossero state vere, sarebbero state meritevoli di immediata querela. A quella lettera, come le tante altre “offensive” scritte da Claudio Lopriore, direttore di Cardio on line, nei confronti dei principali attori di questa per ora presunta truffa, nessuno ha risposto.
Un altro assurdo colpo di scena avviene Il 24 giugno 2014 (allegato 19). È l’ulteriore conferma che alla data del 28 febbraio 2014 e a quella del 2 aprile 2014 (delibera di Giunta) il DSS HELIS non esisteva. Il coordinatore della telecardiologia del Policlinico, Ottavio Di Cillo (anche lui in quanto ad allegre dichiarazioni se la gioca con tutti) scrive al Gruppo di lavoro un rapporto su quello che sarà il nuovo modello operativo della telecardiologia di emergenza-urgenza della Regione Puglia. Lo dice a fine giugno, quando l’inizio del servizio era programmato per il 1 luglio. Un po’ tardivo a nostro avviso.
Un autogol in piena regola quando ufficialmente Di Cillo comunica al Gruppo di lavoro (complice in questo falso) che sta iniziando solo allora con Consis lo “studio di fattibilità” del DSS HELIS, cuore del progetto di telecardiologia. IL 24 giugno 2014? Tre mesi dopo la delibera regionale deve ancora iniziare uno studio? La dichiarazione di Di Cillo, falsa negli effetti perché la sperimentazione con il 118 non è mai stata effettuata, come dimostrano le carte consegnate alla dottoressa Agrimi, responsabile dei Living Lab della Regione Puglia, conferma la illiceità dei documenti fondamentali allegati alla DGR 585 del febbraio 2014 (Progetto HELIS i cui elementi fondamentali “DSS” e relative “Pre-control Room” e “Control Room” non erano assolutamente pronti, privi delle opportune certificazioni di legge riferite ad un dispositivo medico e privi del parere del Comitato Etico relativamente alla sperimentazione).
Immaginate, poi, che il più stretto collaboratore di Di Cillo è Daniele Amoruso, “col quale collabora attivamente” e a quella data, cioè dopo due mesi dalla delibera regionale, si ragionava ancora con mister tablet (l’ingegner Vito Bavaro) sull’ipotesi di utilizzare il famoso tablet (sembra dal costo di € 1.800 iva esclusa, alla faccia del risparmio). Un tablet che di lì a poco sarebbe uscito fuori produzione e che non è mai stato dato in dotazione alle ambulanze. Una verifica facile facile da eseguire.
Ci sia consentito un piccolo inciso, che poi approfondiremo quando analizzeremo a fondo il Progetto HELIS finanziato dai Living Lab. Di Cillo parla di collaborazione con il dottor Mazzanti, cardiologo consulente di Consis, che si interessa del DSS HELIS. Mazzanti, per bravo che sia, per appena cinque mesi di lavoro, da gennaio a maggio 2015 ha percepito ben 100mila euro. Mica noccioline. Qualcuno sarebbe così gentile da andare a verificare questa spesa stabilita in un contratto che vi consegneremo quando affronteremo l’argomento?
Fossimo nei panni della dottoressa Agrimi ci penseremmo due, anche tre volte, prima di pagare. Detto ciò, sono false anche tutte le richieste di rinvio della partenza del servizio previsto per il 1 luglio 2014, perché a quella data non era pronto nulla. Il vero scopo di Dattoli e compagnia era quello di farsi deliberare dalla Giunta (ignara) l’affidamento del servizio, giusto per toglierlo a Cardio on line. Come da copione (allegato 20), il 14 maggio 2014 Dattoli chiede il primo rinvio dicendo che potrà partire il 1 gennaio 2015. Tutto falso, perché già sa che non sarà pronto niente per quella data. Esattamente come poi è successo. Il 10 dicembre 2014 (allegato 21), Dattoli dà sfoggio della sua fantasia, comunicando quello che non è mai successo e dice che il servizio non potrà partire il 1 gennaio, ma solo il primo aprile 2015.
Nella lettera si conferma a chiaramente che la piattaforma HELIS, quella che dovrebbe supportare l’aspetto informatico unitamente al DSS, ancora non esiste perché non è stato concluso il Living Lab di riferimento, la cui scadenza sperimentale risulta essere il 4 giugno 2015. Che la sperimentazione sia avvenuta non solo nell’emergenza (e di questo ne siamo certi) ma anche in ambulatorio abbiamo i nostri dubbi, che probabilmente gli inquirenti potranno accertare. Il Gruppo di lavoro ha tratto in inganno la Giunta regionale, con la complicità di Dattoli firmatario di ogni comunicazione, facendo approvare un progetto falso dal punto di vista operativo. Normalmente una cosa è la sperimentazione a tavolino, altro è la fase operativa sul campo. In ogni caso, però, anche la sperimentazione nel servizio di emergenza-urgenza non è mai stata fatta. Dichiara l’esistenza di una Pre-control Room© e di una sede della Control-Room che ancora non esistono. In riferimento alla gara per l’acquisto degli elettrocardiografi ed al test di tutto il sistema, come da progetto allegato alla DGR 585/2014, dichiara che il primo dicembre 2014 la Commissione (?) ha dato parere positivo per tali attività, pur essendo stata costituita tale commissione ben quindici giorni dopo con delibera di Dattoli n. 1632 del 16/12/2014. Dichiara che è stato testato nel suo complesso il sistema anche con l’elettrocardiografo da acquistarsi con gara espletata il 30 aprile 2015. Parimenti dichiara test in ambulanza comprensivi del tablet che non erano, all’epoca, mai stati dati in dotazione alle ambulanze.
Altri dettagli della presunta truffa (allegato 22), ci vengono forniti proprio dal Sal finale (stato avanzamento lavori), mod. M14, presentato da Consis il 30 settembre 2015. Questo significa che la famosa piattaforma del DSS HELIS non era ancora stata approvata dalla Regione Puglia. Ora, però, qualcuno ci deve spiegare, ma dovrà farlo soprattutto agli inquirenti, la relazione riportata alle pag. 6, 9 e 10 che vi alleghiamo. Vi diamo delle dritte, ma potrete leggerla come al solito integralmente.
Si parla dell’avanzamento temporale dell’attività relativa alla sperimentazione del DSS HELIS. Pag. 6 – Piano di Progetto. Riporta lo spostamento della sperimentazione dalle ambulanze all’ambulatorio. Inizio attività avviata: 4/6/2014 – Fine attività conclusa: 31/12/2014. Quindi nulla è stato sperimentato nell’emergenza-urgenza. Pag. 9 – test e sperimentazione di nuove tecnologie in applicazioni reali…. “L’attività è consistita in test e sperimentazione di nuove tecnologie in applicazioni reali” (quindi sul 118 come da progetto).
DESCRIZIONE ATTIVITA’ SVOLTE: Fornitura di HW (cioè gli apparecchi, elettrocardiografi e tablet) ed attrezzaggio squadre (nel progetto le squadre sono le cinque ambulanze che dovevano fare la sperimentazione). Se si parla di squadre comunque dovrebbero esserci a disposizione almeno 5 elettrocardiografi e 5 tablet, ma siamo sicuri che questi apparecchi ci fossero? Ora, però, veniamo al fatto più eclatante. Come avranno fatto a fare la sperimentazione con l’elettrocardiografo che ha vinto la gara (Cardioline HD) se le buste erano ancora chiuse? O era stabilito che avrebbe vinto Aliser, come abbiamo già documentato? Ma se Dattoli nella lettera (allegato 21) dichiara che il tablet usato è stato il modello Toughbook Panasonico CF-H2 (ne aveva solo uno in prova, andato fuori produzione e non era in dotazione alle ambulanze), mentre il nuovo Tablet “TOUGHPAD FZ-G1 ancora non esisteva, ma doveva essere ordinato (arriverà a maggio 2015), come hanno fatto a dichiarare di aver utilizzato un tablet? E poiché nel progetto non risulta acquistata neanche un’apparecchiatura (né elettrocardiografo né tablet), si può sapere come hanno fatto la sperimentazione nel servizio reale? Quando analizzeremo il progetto HELIS vi daremo la conferma di quello che scriviamo, facendovi ascoltare le registrazioni sull’argomento.
Pag. 10 – avvio sperimentazione. È inaccettabile e lo scrivono. La sperimentazione non è mai stata fatta nel servizio reale (come da progetto) del 118. Appena 5 giorni dopo, il 15 dicembre 2014 (allegato 23) Dattoli sposta nuovamente l’avvio del servizio al primo giugno 2015, pur sapendo che il servizio non sarebbe mai potuto partire. Continua la saga delle falsità.
L’AMMISSIONE DI DATTOLI – Il 5 maggio 2015 (allegato 24) Dattoli chiede all’ufficio della Lomastro di prorogare ulteriormente per altri quattro mesi il servizio in essere, comunicando che è impossibile attivare il servizio per il 31 maggio 2015 considerato il numero elevato di attività iniziate, di attività iniziate e da completare, di attività non ancora iniziate. Dattoli ammette per la prima volta che il sistema da loro inventato, progettualizzato e adottato con DGR 585/2015 è talmente complesso nel reale (chissà perché), tanto da necessitare di severi test su alcune postazioni. Cosa che però non verrà mai fatta in quanto, come si legge dai giornali e dalle comunicazioni dello stesso Dattoli, la centrale ha cominciato a funzionare solo per 2 ore al giorno nei mesi di agosto e settembre per il progetto emergenza anziani promosso dal Comune di Bari. Sembra falsa anche questa affermazione, visto che sono stati “pizzicati” dal Movimento 5 stelle perché la centrale era inesistente.
LA SPERIMENTAZIONE? 44 ELETTROCARDIOGRAMMI – E sapete quanti elettrocardiogrammi sono stati fatti in due mesi dal Policlinico di Bari? Le fonti ufficiali diramate dal Comune dicono 44. Ecco, gentili lettori e appassionati della vergognosa telenovela, questa sarebbe l’esperienza del Policlinico di Bari per portare avanti un sistema salvavita come lo era stato fino al 30 settembre. Purtroppo per i cittadini pugliesi, messo alle strette e sputtanato dal Movimento 5 stelle, Dattoli forzerà la mano e farà partire tutto il primo ottobre.
A quanto sembra, nessuno dei signori interessati alle vicende che abbiamo citato da oltre un mese a questa parte è stato oggetto di alcun intervento. Dattoli e Amoruso continuano indisturbati la propria attività. La dottoressa Lomastro è coperta dal marito Giovanni Gorgoni. Izzo si incontra tranquillamente con Amoruso per tre ore nel suo ufficio. Vito Bavaro ha fatto probabilmente pace con Dattoli e insieme all’ingegner Nicola Serrone stanno forse cercando di giustificare quella relazione suicida del 2 ottobre. Il verbale stabilisce che su Taranto il servizio non può funzionare (come su tutto il territorio pugliese). Giusto per tentare di far male ai cittadini, pur sapendo dell’inadeguatezza della nuova telecardiologia, dalle postazioni del 118 e dai Punti di primo intervento, sono stati ritirati i cardiovox, le “vecchie” apparecchiature perfettamente in grado di assicurare la continuità del servizio.
Il sistema criticato da tutti è un bluff. Che altro aspettate a bloccare questa schifezza? Col passare del tempo si mette sempre più a rischio la tenuta dei pronto soccorso e più in genere degli ospedali. Al presidente della Regione, alla Magistratura, alle forze dell’ordine forse sfuggono i possibili danni alla salute pubblica ed economici prodotti da questa farsa, nemmeno tanto presunta stando ai documenti. Le chiacchiere, invece, le lasciamo a chi, col ghigno del potente stampato in faccia, prova a difendere l’indifendibile in televisione e su alcuni giornali.
L’allarme lanciato dai medici, dagli infermieri, dagli operatori del 118 di tutta la Puglia, dai consiglieri regionali Antonella Laricchia, Ignazio Zullo e adesso anche Gianni Stea, resta inascoltato. Aumentano gli accessi al pronto soccorso, le reperibilità cominciano a costare caro alle casse della Regione, si fanno coronarografie su pazienti sani, si sparano falsi infarti, che costringono intere equipe ad andare negli ospedali di notte senza che ce ne sia bisogno (a pagamento ovviamente). I pazienti vengono portati in ospedale senza elettrocardiogramma. Un caos. Sembra quasi che il potere si sia compattato per la difesa delle persone coinvote nella vicenda. Non vogliamo neppure pensarci, ma così come i pugliesi e gli operatori sanitari, anche noi siamo disorientati. Sembra essere smarrito il buon senso e quello della giustizia.
Alcuni silenzi, infine, stanno facendo un gran baccano, come quello di Filippo Anelli, presidente della federazione degli ordini dei medici pugliesi, presidente dell’ordine dei medici di Bari, nonché segretario regionale della FIMMG, il più grande sindacato Italiano che rappresenta anche i medici che operano sulle ambulanze. Chiediamo ufficialmente al dottor Anelli, ma anche al segretario nazionale della FIMMG emergenza, Francesco Marino, se ora che i loro medici dell’emergenza sono stati coinvolti, sono ancora dello stesso parere di quando, il 7 maggio scorso, prima che partisse il servizio, si pronunciavano in questi termini: “Si apprende da diversi organi di stampa locali e nazionali, pubblicati a fine aprile, dell’imminente start up della nuova telecardiologia targata Policlinico di Bari. Tale progetto innovativo, del quale i Medici dell’Emergenza Territoriale della Puglia paradossalmente non ne conoscono ancora direttamente né i contenuti nè le potenzialità pur essendo i principali attori, prevederebbe il passaggio dall’attuale trasmissione dei dati di tipo fonico ad una di tipo digitale. Si giudica tale arricchimento informatico in maniera assolutamente positiva.”
L'articolo Scandalo telecardiologia, scacco matto: è tutto un bluff. Chi ha barato paghi sembra essere il primo su Edizione di BARI - Il quotidiano italiano.