Il Porto di Bari ha avuto un tracollo impressionante in termini di traffico di passeggeri. Non siamo noi a dirlo, ma i dati dello studio Italian Cruise Watch sui traffici crociere del 2015 nei porti italiani, annunciato dal presidente nazionale di Assoporti. La ricerca è stata presentata nell’ambito della quinta edizione di Italian Cruise Day il 2 e 3 ottobre scorsi, tenutasi presso l’Autorità portuale di Civitavecchia.
I numeri relativi al Porto di Bari sono allarmanti. Il traffico crocieristico è in progressivo decremento Quest’anno, dopo un primo semestre a traffico dimezzato (106mila passeggeri contro i 213mila dei primi sei mesi del 2014), lo scalo barese registrerà il dato percentuale peggiore d’Italia (-28,8%), con i crocieristi che scenderanno da 561.600 a circa 400mila. Il tutto in uno scenario di crescita generale dei primi 43 porti italiani, stimata intorno al 6%, con il contemporaneo exploit dell’altro porto pugliese meta di crociere, Brindisi, dove si arriverà nel 2015 a quota 140mila passeggeri.
Nel Porto di Bari anche il traffico legato ai traghetti è calato molto dal 2011 al 2014, precisamente da 1.390.000 a 930mila passeggeri (-33%). Le motivazioni del tracollo sono chiare e in buona parte le denunciamo anche noi ormai da oltre un anno. Da circa 10 anni l’Autorità portuale di Bari approva un Piano Operativo Triennale in cui sono citate sistematicamente sempre le stesse opere (banchine, piazzali, stazioni marittime), mai realizzate nemmeno in parte.
Nella sua ultima versione, approvata nel Comitato portuale dell’11 dicembre 2014, il POT 2014/2016 riporta investimenti infrastrutturali complessivi per 322.322.350 euro. Nessuna di queste opere, però, è stata realizzata. Non per mancanza di fondi disponibili. Difatti, con Decreto Ministeriale numero 357 del 13 ottobre 2011, l’Autorità portuale di Bari ha perso 86 milioni di Euro, non solo per non aver appaltato ed eseguito gli interventi, ma anche per non aver redatto nemmeno i progetti cantierabili.
A seguito della perdita dei finanziamenti, oggi le casse dell’Ente sono totalmente vuote. E così, come si evince dal Piano Operativo Triennale, non sono stati realizzati la riqualificazione delle banchine e dei fondali delle darsene destinate a traghetti, ro-ro, autostrade del mare e cargo per 55,5 mln di euro; i lavori di riqualificazione dell’area del Molo Pizzoli per 31,5 mln di euro; la ristrutturazione e l’ampliamento del Terminal Traghetti e Crociere per 10 mln di euro; i lavori di adeguamento della Stazione Marittima passeggeri per 1,250 mln di euro; la costruzione della nuova Stazione Marittima passeggeri nella darsena traghetti nell’area Pizzoli-Marisabella per 10 mln di euro; la realizzazione dei denti di attracco nella darsena di ponente per 9 mln di euro.
Le banchine, i piazzali e le stazioni marittime del porto, poi, sono rimasti privi anche delle semplici manutenzioni ordinarie. Negli anni bui, dal 2011 ad oggi, le stazioni marittime e i servizi di supporto ai passeggeri sono stati gestiti, in concessione da parte dell’Autorità Portuale, dalla cooperativa GSA – Gruppo Servizi Associati di Udine, che nei giorni scorsi ha convocato i sindacati per l’avvio delle procedure per la cassa integrazione in deroga per i suoi 35 dipendenti operanti nel Porto di Bari. Tale concessione, affidata dall’Autorità Portuale alla GSA, è scaduta nel maggio del 2013, ma ancora oggi (a due anni e mezzo dalla scadenza) viene gestita in regime di prorogazio, con i risultati che abbiamo appena illustrato.
Nonostante tutto, la GSA, come unico partecipante, si è di recente riaggiudicata la gara per la concessione delle stazioni marittime e dei servizi di supporto ai passeggeri nel Porto per i prossimi 5 anni. Manca soltanto la sottoscrizione del nuovo atto di concessione, ma la GSA ha avviato comunque le procedure per la cassa integrazione. In sostanza, la mancata realizzazione delle infrastrutture portuali e la dequalificazione dei servizi agli utenti hanno indispettito gli armatori ed esasperato i passeggeri delle navi traghetto e da crociera.
In questi giorni si è appreso che la riforma dei porti del Ministro Delrio è ormai alle porte. In Puglia è prevista una sola Autorità di sistema portuale, con sede a Taranto. Alla guida di queste nuove Authority italiane saranno nominati manager del settore portuale altamente qualificati. Si riuscirà finalmente a rilanciare la portualità pugliese, ma soprattutto a rianimare il moribondo Porto di Bari? Bisognerà azzerare e ripartire.
L'articolo Porto di Bari alla deriva, tracollo dei traffici nel 2015. Lo dice l’Italian Cruise Watch sembra essere il primo su Edizione di BARI - Il quotidiano italiano.